The Strange Rock 'n Rollers Era - La Solitudine dei Trent'anni

Come accade per molti, all’interno di un percorso professionale ci troviamo a scegliere il target o categoria di persone, clienti, pazienti, prodotti e via dicendo a cui dedicarci o con cui relazionarci.

A volte invece, è il target che sceglie te…. in una danza di specchi e riflessi, soprattutto in professioni in cui ti occupi del percorso interiore di qualcuno, credo sia essenziale che questa cosa accada. Non significa che non siamo capaci di aiutare chiunque abbia bisogno: ma quando un target ti sceglie, riesci ad avere una visione più obiettiva non solo del tuo modo di comunicare, ma anche di dive ti trovi personalmente, nel tuo cammino personale.

E cosi, da un pò di tempo, ho scoperto che il mio Target di riferimento sono ragazzi, uomini tra i 28 e i 35 anni

italiani e stranieri, che hanno tirato il mondo o che non siano mai usciti dai confini Nazionali, i ragazzi che hanno il coraggio di chiedermi una mano sono caratterizzati da tre elementi:

Il primo è la grande voglia di mettere apposto quello che dentro di loro sembra un panorama frammentato, inadeguato se paragonato a quella che è la realtà “al di fuori”.

Il secondo, la sensazione di frustrazione che accompagna il primo punto: una frustrazione dettata dal fatto che quello che vedono non li convince cosi tanto e allora perchè dovrei adeguarmi ad un sistema di credenze, relazioni, regole che mi sembra rendere le persone sempre meno sane, meno certe, meno connesse? Perche sono io a sentirmi “sbagliato”

Ultima ma non ultimo, più che un punto una dichiarazione: non sono dove dovrei essere…

Non sono dove dovrei essere

Questa è la cosa che sento più dirmi come preambolo di ogni percorso. Il dialogo si svolge più o meno cosi:

“Perchè sei qui?”

“Perchè non sono dove dovrei essere”

“E dove dovresti essere?”

“Ma, non so… a trent’anni dovrei avere un contratto indeterminato, o almeno sapere che quello che sto facendo mi piace, ha un senso… dovrei avere una fidanzata, non dico sposati ma convivere, un mutuo… una casa… pianificare un figlio?”

E a me che se mi scegli come terapeuta parto dal presupposto che ti aspetti di essere smosso/a nelle fondamenta senza troppi salamelecchi, mi viene solo da rispondere: “e dove starebbe scritta questa regola?”

Le Regole della Prigionia

Ormai abbiamo capito che le regole della società si chiamano Programmazioni

Abbiamo compreso che le Programmazioni non vengono piu solo assorbite dalle credenze delle famiglie di origine, ma dai contenuti che guardiamo attraverso i social, le serie, i film, i testi delle canzoni. . . Abbiamo capito che il gruppo di riferimento o di appartenenza, è esso stesso il prodotto di una serie infinita di messaggi totalmente non sense dai quali veniamo bombardati da mattina a sera.

C’è la tradizione familiare, c’è il retaggio del luogo da cui veniamo, e il riscatto da ciò che invece non ci è stato dato o non abbiamo potuto vivere; poi c’è la TELEVISIONE (AKA Television, AKA Tell - A - Vision), che ti dice che tutto è possibile, che devi puntare in alto se vuoi essere stabile ma che se molli tutto per andare a fare il Grande Fratello, l’Imprenditore a Dubai o il Manager di OnlyFans va benissimo lo stesso, purché tu poi una moglie e un figlio con cui fare le settimane bianche e la vacanza al mare dietro casa l’abbia.

Per non entrare nell’argomento LGBTQ e tutte le altre lettere che non mi ricordo mai, per cui l’attenzione mediatica in questo momento è ancora piu selvaggia; e con attenzione mediatica parlo di programmazione appunto. A partire dalla nuova Segretaria del PD, una donna che amava gli uomini e ora le donne e che anche se non ha assolutamente nulla da dire in termini Politici, prende una fetta di elettorato in enorme crescita.

Mi dispiace ma questo col diritto di amare chi ti pare, a me sembra che abbia molto poco a che spartire.

E allora doc, dove dovrei essere?

Io questo non posso dirtelo, però posso dire questo:

  1. Una moglie, un marito, un figlio, una casa, un lavoro a tempo. indeterminato, una coppia aperta o chiusa, un cane, un gatto, una vita con lo zaino… Queste sono cose che non devono essere raggiunte, ma scelte.

  2. La scelta avviene o non avviene, per ognuno di noi in modo autentico, nel momento in cui abbiamo riparato alla mancanza che una o più figure genitoriali hanno creato. Non per cattiveria e spesso non in modo consapevole certo, ma capire questo ci permette di accettare gli errori della nostra famiglia, diventare il genitore della parte di noi che ha bisogno di presenza, e procedere nella vita certi della stabilità del proprio passo.

  3. Dove sei o non sei, cosa sarai o cosa non sarai mai, necessita di una ed una sola cosa: il coraggio di sentirti solo/a, ma pienamente responsabile dei tuoi sogni e desideri, prima di condividerli con qualcuno, includere qualcuno nella tua narrativa e ancora di piu, mettere al mondo figli!

I pezzettini mancanti

Ho sentito spesso dire, e per molto tempo ci ho creduto anche io, che “tu sei il tassello che mi mancava”.

Beh, oggi ascoltando questi giovani uomini che decidono di prendere in mano la propria paura invece che arredarsi il proprio tunnel con strategica e minuziosa manipolazione, posso dire con orgoglio che credo profondamente in questa generazione devastata di combattenti che ancora non sanno di esserlo.

Non persone che urlano e che picchiano i pugni addosso agli altri e i piedi in terra come i bambini: esploratori dell amor proprio, navigatori delle proprie differenze, seguaci del “siamo due o piu mele tutte diverse, che scelgono eventualmente la stessa ciotola dove abitare”

Fate tesoro di questa solitudine: è il luogo piu sicuro del mondo, il vostro panorama interiore, e una volta allineato alle parti di voi che se ne andavano un pò nomadi nel mondo senza capire dove e perché, diventerà una meravigliosa tenuta sconfinata, dove invitare chiunque sentite essere sulla vostra stessa lunghezza d’onda

sara levi